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Nov '23

Assortment of different types of honey.

Arriva l’obbligo UE di indicare la provenienza del miele

Buone notizie per il settore del miele italiano: la nuova norma europea obbliga i produttori ad inserire un’etichetta con la provenienza.

Una richiesta attesa da tempo dal settore. La produzione italiana è, infatti, a rischio, a causa dei consumi interni in calo e l’aumento dei costi di produzione.

La stagione 2023 ha confermato il trend in calo degli ultimi dieci anni, nonostante la produzione sia in forte recupero (+90% nel 2022, rispetto all’anno precedente).

Ecco nel dettaglio.

Obbligo UE provenienza miele: il plauso della produzione italiana

Paolo De Castro e Camilla Laureti, membri Pd della Commissione agricoltura del Parlamento UE, commentano la decisione del Parlamento europeo:

“Abbiamo approvato lo stop europeo alle sempre più frequenti frodi alimentari che riguardano il miele, vietando i prodotti adulterati e di provenienza sconosciuta”.

Si tratta, infatti, di una misura richiesta da tempo dal settore: oltre al calo di consumi e all’aumento dei costi di produzione, c’è molta concorrenza sleale da parte dei Paesi europei che sono, al tempo stesso, piazze di confezionamento ed esportazione di miele extracomunitario.

Il prezzo medio del miele importato è di 3,80 euro al kg, contro i 4,56 euro al kg di quello esportato, secondo i dati di Fai e Istat: una differenza che penalizza il prodotto nostrano.

Secondo l’Unione Nazionale associazioni apicoltori italiani, la sostenibilità economiche delle aziende apistiche è fortemente compromessa dall’aumento dei costi di produzione. Soprattutto a causa dei rincari per carburante, alimentazione di soccorso per le api e l’energia.

La nuova norma europea permetterà di salvaguardare sia il prodotto che l’intero settore di produzione.

Il mercato del miele in Italia

Il mercato del miele confezionato, per il consumatore finale, è costato 164 milioni di euro nel 2022: +3,5% rispetto al 2021.

A questo, si somma il valore del mercato del miele destinato alle industrie (alimentare, cosmetica, farmaceutica, etc.) che lo utilizzano come ingrediente e che è stimabile intorno ai 21 milioni di euro. Per un totale di 185 milioni di euro. Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it

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